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vineri, 13 februarie 2009

SENZA VERITA’ NON C’E’ LIBERTA’ Fara adevar nu este Libertate.

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Le parole di Gesù: “Conoscerete la verità, e la verità vi farà liberi” (Giovanni 8:32) vogliono evidenziare l’esistenza di una stretta relazione tra la verità e la libertà. Nello stesso tempo, però, vogliono farci pervenire il messaggio che noi, esseri umani, viviamo in una condizione di assenza di libertà, o di libertà limitata, perché non conosciamo la verità, o la conosciamo solo in parte.

*Certo, noi potremmo rispondergli proprio come fece Ponzio Pilato: “Che cos’è la verità?” (Giovanni 18:37-38), o reagire esattamente come i Farisei: “Noi siamo progenie d’Abramo, e non siamo mai stati schiavi di alcuno; come puoi tu dire: Voi diverrete liberi?” (Giovanni 8:33).
Il relativismo e l’orgoglio possono portarci a rifiutare d’istinto questa importante affermazione di Gesù e a non considerarne l’immensa portata.

*Nella nostra società queste due parole sono alquanto abusate e di conseguenza svuotate del loro vero significato, in primo luogo perché, essendo concetti che ci toccano da vicino e a cui si vuole dare una risposta, sono stati inseriti in una serie infinita di dibattiti, e in secondo luogo perché ogni singola persona ritiene di possedere la chiave del loro significato.

*Chi non vorrebbe conoscere la verità sull’origine dell’universo e della vita? E chi non vorrebbe liberarsi dai condizionamenti del vivere quotidiano? Chi non vorrebbe incontrare qualcuno capace di dargli i dovuti chiarimenti e la convinzione che sia proprio così come lui afferma?
2000 anni fa Gesù disse di se stesso: “Io son la luce del mondo;

*Chi mi seguita non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Giovanni 8:12). La luce illumina, ci permette di vedere, cioè di capire, di valutare, di considerare la via migliore da seguire. La luce ci impedisce di inciampare, di cadere in qualche pozzo da cui è difficile risalire, ci impedisce di farci del male, mettendoci in guardia sugli ostacoli che si presentano davanti a noi, volta per volta.

*Se Gesù, quindi, afferma che non siamo liberi, vuole anche dirci che stiamo vivendo in una condizione di schiavitù, più o meno marcata. Ma, se le persone a cui si stava rivolgendo in quel momento non erano legate mani e piedi con catene di ferro, è evidente allora che si riferiva ad una schiavitù interiore. Infatti, quante volte abbiamo detto: “E’ stato più forte di me! Non sono riuscito ad agire diversamente, per quanti sforzi abbia fatto!”, volendo così significare che un potere interiore ci ha piegati al suo volere.

*Se lo schiavo è obbligato a servire un padrone fisico, in carne ed ossa, col fine di soddisfarne tutte le richieste, in questo caso veniamo asserviti da un padrone interiore, confuso spesso con la propria identità o personalità (“Io sono così!”), che esercita una forma di dominio sulla nostra mente condizionandone le scelte e le decisioni.

*Gesù specifica: In verità, in verità vi dico che chi commette il peccato è schiavo del peccato. (Giovanni 8:34). Ma che cos’è il peccato? Se il “reato” è l’infrazione a una norma penale umana, il “peccato” è l’infrazione alle norme divine. Se le norme penali sono contenute nel “codice penale”, le norme divine sono giunte a noi per rivelazione e sono contenute nella “Bibbia”. Se le norme penali sono numerose, perché volte a coprire tutte le possibili sfere dell’agire umano nei confronti del prossimo o dello stato, quelle divine si riassumono in due, e cioè: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua e con tutta la mente tua.

* Questo è il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la legge ed i profeti” (Matteo 22:37-40).

*Se il peccato, quindi, è l’assenza di una motivazione d’amore nel proprio agire, le parole di Gesù, allora, vogliono farci capire che il vivere basato sulla ricerca della propria felicità, o sulla necessità di soddisfare i propri bisogni e il proprio senso di giustizia, schiavizza.

*Cerchiamo, allora, la luce per lasciarci illuminare e verificare la vera base su cui poggiano le nostre motivazioni. Sapremo, così, se siamo egocentrici, cioè destinati alla schiavitù, o guidati dall’amore di Gesù, ossia incamminati sulla via della libertà dell’anima.
Gesu dice Io vengo apena.

Amen

Un comentariu:

Ingerul tau spunea...

Ma che dice? :) parla romeno ti prego :)